Guadagnare Con le Bufale: Servizio Le Iene 2017 – È andato in onda il 15 Febbraio 2017 il servizio delle Iene dedicato ai siti di bufale che guadagnano online, cerchiamo di capirne di più sull’argomento guadagnare con le bufale, in un articolo che racconta come stanno, effettivamente, le cose.
Il web è spaccato in due: c’è chi condanna i proprietari di siti di bufale e chi invece li approva. Di fatto, siti come Lercio, lo sporco che fa notizia, in realtà non fanno altro che far divertire gli italiani (e sopratutto chi crea queste bufale che diventano virali) o cercare di sfruttare alcuni meccanismi psicologici per creare empatia con il lettore che spesso condivide un contenuto senza nemmeno leggerlo, ma procediamo con ordine.
Servizio delle Iene “Il brande business delle bufale online”
Matteo Viviani ieri alle Iene ha presentato il suo servizio, cominciando dall’appello #BastaBufale di Laura Boldrini, Presidente della Camera: Ho lanciato l’appello #bastabufale perché essere informati correttamente è un diritto, … le bufale sono cose che vengono pensate per danneggiare qualcun’altro, per creare paura, confusione, …”
Matteo Viviani spiega Come funziona il mondo delle bufale, e per farlo ha coinvolto due “esperti di bufale”: Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale, e David Puente, un programmatore e cacciatore di bufale.
David valida i contenuti per verificare se le notizie che girano in rete sono vere o false: durante il servizio vengono mostrate dunque alcune notizie bufale studiate per colpire nell’orgoglio e scatenare l’ira e la frustrazione di migliaia di italiani, che poi non si risparmiano nei commenti.
Il problema è che le persone non verificano se le notizie sono vere o false e le condividono, tramite i social, a più non posso: la bufala altera la percezione della realtà, e quindi diventa un pericolo da contrastare. Potrebbe infatti creare dei danni economici, modificare i risultati di una elezione, …
I bersagli di queste false notizie non sono solo personaggi politici o società: viene mostrato l’esempio di due signori che vengono considerati truffatori che si “spacciano” per dipendenti Enel, ma in realtà loro sono davvero dei dipendenti dell’Enel e non sono dei truffatori.
Come capire se una notizia è vera o falsa (bufala)?
Paolo Attivissimo consiglia di:
- Valutare se una storia fa leva su rabbia o odio
- Fare una ricerca su Google per verificare i fatti
- Cercare di capire se sui mezzi tradizionali si ritrova la stessa notizia: se non c’è vuol dire che si tratta di una bufala (ma a volte anche i mezzi tradizionali ci cascano)
Si tratta di un problema culturale: bisognerebbe insegnare, spiega David Puente, la cultura della verifica. Il problema è che siamo di fronte ad un meccanismo di propagazione particolare: internet non costa nulla, e ogni volta che riceviamo una informazione, nel dubbio la mandiamo in giro, e questo crea le famose bufale virali.
Guadagnare con le bufale si può?
Di fatto, si inventano e diffondono bufale per fare soldi: spiega Paolo Attivissimo che esistono delle fabbriche di bufale, ogni volta che le persone cliccano sulle bufale ed entrano sui siti di bufale i proprietari di questi siti guadagnano.
Come funziona?
Ogni volta che una persona clicca su una notizia (bufala) che cattura l’attenzione il sito visualizzerà dei banner pubblicitari: per ogni visualizzazione il sito incasserà una piccola cifra: chiaramente diventando virale, la notizia, ottiene milioni di visualizzazioni e, di conseguenza, incassi e guadagni interessanti.
I siti tipici di bufale solitamente hanno dei nomi che richiamano molto il nome di quotidiani nazionali, facendo passare il sito per un quotidiano!
Per vedere l’intero servizio sul sito delle Iene clicca su “Il grande business delle bufale – Le Iene”.
Alcuni siti, poco esperti del settore, ed in alcuni servizi, viene spiegato che questi siti guadagnano grazie ai click pubblicitari degli utenti (quindi si guadagna con il classico Pay Per Click di cui più volte ho spiegato il funzionamento su Monetizzando.com®), in realtà, più che guadagnare per clic, come dicevano giustamente nel servizio delle Iene, si guadagna per impressions, ovvero per visualizzazione della pagina, magari inserendo più banner pubblicitari CPM sulla stessa pagina, in modo da massimizzare le entrate.
Curiosità: uno dei network pubblicitari con cui è possibile monetizzare un sito web molto traffico, a prescindere dal fatto che sia di bufale o di notizie serie, è Adnow, di cui ho parlato qui: AdNow: Guadagnare Con il Native Advertising? Funziona!
Alcuni siti invece dicono che questi siti guadagnano con Google Adsense: informazione sbagliata perché in realtà AdSense banna siti di bufale o con contenuti che incitano ad odio, violenza, razzismo, …. (Poi chiaramente se un sito tratta di bufale che non vìolano termini e condizioni di Google o che fanno semplicemente satira il discorso è differente).
Le caratteristiche di una buona bufala
Spiega Matteo Viviani che ci sono anche delle “regole”, se così si possono definire, per creare una bufala, ad esempio:
- Il titolo viene fatto per incuriosire il lettore (esempio “Bambina di 10 anni incinta, lui ne ha 13, la mamma sconvolta dice, …)
- Paure e insicurezze degli utenti vengono sfruttate per creare delle bufale
- Foto equivoche che catturano l’attenzione
- Temi caldi della giornata o del momento
Non bisogna comunque sottovalutare il fatto che Facebook in primis sta lottando e mettendo in campo diversi aggiornamenti proprio per combattere il fenomeno delle bufale, così come Google, che a volte prende anche dei granchi, come nel caso raccontato da Marco Montemagno che vedi di seguito:
Nel servizio delle Iene viene spiegato inoltre che c’è una società di nome Edinet che gestisce una decina di siti di bufale in Italia e, durante l’intervista al proprietario di questa società emergono altre informazioni su questa società.
Si parla del fatturato dell’azienda (da Aprile a Dicembre 50.000 € fatturati), dei siti di bufale e quali sono i criteri per creare delle bufale: a creare le notizie bufale, fra i vari, è un ragazzo di 22 anni che ha deciso di esplorare i meccanismi che portano una bufala a diventare virale…
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