La regola del 4% è spesso citata come il metodo semplice per raggiungere la libertà finanziaria e andare in pensione anticipata (o early retirement) con l’obiettivo di vivere di rendita, ma funziona davvero?
Secondo questa regola se riusciamo ad accumulare un capitale pari a 25 volte quelle che sono le nostre spese annue potremo poi prelevare il 4% ogni anno senza esaurire il capitale, ma…
Nella realtà questa regola presenta diversi limiti e criticità, e in quest’articolo proverò a spiegarti come funziona la regola del 4%, su quali principi o dati si basa e perché potrebbe non essere poi così affidabile come qualcuno vorrebbe farci credere…
Se ti interessa l’argomento gestione del denaro prenditi qualche minuto per scoprire tutto quello che c’è da sapere sulla
- Regola del 4%: Come funziona?
- I limiti della regola del 4%
- Le basi della regola (primo limite della regola)
- Orizzonte temporale (secondo limite)
- La sequenza dei rendimenti (terzo limite)
- Inflazione e aumento delle spese (quarto limite)
- Aspettative di vita (quinto limite)
- Cambiamenti delle esigenze o dello stile di vita (sesto limite)
- Differenze geografiche ed economiche (settimo limite)
- A cosa serve la regola del 4%?
Regola del 4%: Come funziona?
Per comprendere la regola del 4 per cento partiamo da un esempio concreto:
- Se le nostre spese annue ammontano a 40.000 €, per poter vivere di rendita dovremmo accumulare un capitale pari alla somma delle nostre spese annue per 25
- 40.000 € x 25 = 1.000.000 €
- Raggiunta questa somma teoricamente possiamo prelevare il 4% l’anno (pari a 40.000 €) mantenendo intatto il capitale
Questa teoria si basa su uno studio del 1994 di William Bengen che analizzò i dati storici dei mercati statunitensi per un periodo di 60 anni: secondo questo studio prelevando il 4% annuo aggiustato per l’inflazione il capitale sarebbe durato almeno 30 anni (quindi non per sempre), e qui cominciano quelli che sono
I limiti della regola del 4%
Se da un lato questa regola può essere estremamente utile come riferimento (vedremo fra poco di cosa), ci sono diverse limitazioni che la rendono poco affidabile nella realtà, io ne ho identificati o raccolti in quest’articolo 7:
Le basi della regola (primo limite della regola)
Questo principio si basa su dati storici del mercato statunitense.
Il passato non è mai una garanzia per il futuro e i rendimenti medi potrebbero essere più bassi nei prossimi decenni.
A questo bisogna poi aggiungere anche l’inflazione, che potrebbe essere più alta e di conseguenza alterare i calcoli dello studio.
Orizzonte temporale (secondo limite)
Secondo questa regola il capitale dovrebbe durare “almeno 30 anni”, ed effettivamente questa regola è stata ideata immaginando una persona che va in pensione a 65 anni e deve sostenersi fino ai 95 anni.
Chi però punta alla pensione anticipata e vorrebbe andare in pensione a 40, 50 o 60 anni dovrà vivere di rendita rispettivamente per 55, 45 o 35 anni e questo significa che il modello iniziale diventa meno sostenibile.
La sequenza dei rendimenti (terzo limite)
Uno dei problemi più gravi è la sequenza dei rendimenti, o come si direbbe in inglese il sequence of returns risk.
Se iniziamo infatti a prelevare il 4% all’inizio di un periodo di mercato ribassista il nostro capitale potrebbe ridursi drasticamente compromettendo la sostenibilità della rendita nel lungo termine.
Inflazione e aumento delle spese (quarto limite)
I limiti alla regola del 4% non finiscono qui: l’inflazione infatti come sappiamo incide sul potere d’acquisto e sulle spese che dobbiamo sostenere.
Se l’inflazione aumenta significativamente il 4% che secondo questa regola dovremmo prelevare ogni anno potrebbe non essere più sufficiente e costringerci a prelievi più alti riducendo così la longevità del capitale.
Aspettative di vita (quinto limite)
Questo punto in realtà si collega al secondo limite: le persone oggi vivono più a lungo rispetto a qualche decennio fa e, come dicevo prima, un pensionamento anticipato potrebbe richiedere un orizzonte temporale più lungo di 30 anni, cosa succede in questo caso?
Cambiamenti delle esigenze o dello stile di vita (sesto limite)
Le nostre spese difficilmente rimangono stabili nel tempo: possiamo avere spese impreviste, necessità di cure mediche o cambiare stile di vita.
Potremmo dover sostenere gli studi o il mantenimento dei figli o cambiare casa e tutto questo incide ovviamente sulla somma di cui abbiamo bisogno ogni anno: la regola del 4% non tiene conto di queste variabili personali.
Differenze geografiche ed economiche (settimo limite)
Lo studio che ha dato vita alla regola del 4% si basa su dati storici e per di più del mercato statunitense, caratterizzato da specifiche condizioni economiche e finanziarie, ma in paesi con economie meno stabili o con mercati finanziari meno sviluppati l’applicazione di questa regola potrebbe non essere altrettanto efficace.
In più in molti ignorano il fatto che i prelievi di capitale sono soggetti a tassazione e questo ovviamente va a ridurre il reddito disponibile rispetto ai calcoli teorici.
A questo punto la domanda sorge spontanea:
A cosa serve la regola del 4%?
Nonostante i vari limiti di cui ho parlato brevemente in quest’articolo, la regola del 4% rimane comunque un buon punto di partenza per chi vuole pianificare la propria indipendenza finanziaria perché ci aiuta a stabilire un obiettivo di capitale da raggiungere e riflettere sull’importanza di investire in portafoglio diversificato (per approfondire vedi come diversificare gli investimenti?).
Fra le strategie che si possono adottare poi per migliorare la sostenibilità di questa regola del 4% o la sostenibilità della rendita che decidiamo di avere possiamo pensare di:
- Essere più flessibili con i prelievi, e di conseguenza se il mercato va male potremmo pensare di ridurre il prelievo per preservare il capitale
- Aggiungere altre fonti di reddito passivo che ci possono garantire delle entrate extra
- Ragionare sulla possibilità di crearsi una rendita attraverso i dividendi senza toccare il capitale che abbiamo investito
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Approfondimenti: La regola del 4% di William Bengen su Wikipedia