Aprire Partita IVA come Rider conviene? Quanto guadagna un rider con Partita IVA? Vediamo insieme cosa sapere su quest’argomento insieme agli amici di Fiscozen.
In un’epoca segnata da profondi cambiamenti, sono tanti i mestieri e le professioni che hanno dovuto evolversi in fretta per rimanere al passo.
Tra questi, troviamo sicuramente la figura del fattorino.
Lavoratore dipendente fino a qualche tempo fa, con un impiego part-time o full-time presso una pizzeria, un supermercato o una ditta specializzata, oggi invece ha assunto le caratteristiche di un freelancer nella maggioranza dei casi.
Si tratta della figura del Rider, di cui abbiamo già parlato in Come Diventare Rider?
Per poter collaborare con i grandi colossi del settore – da Uber Eats a Deliveroo, da Glovo e Foodora a Just Eat e molti altri – senza subire le limitazioni tipiche della prestazione occasionale, è tenuto ad aprire Partita IVA come rider.
Con questo articolo, quindi, voglio dunque aiutarti a capire come iniziare a lavorare con una o più delle aziende citate in precedenza con Partita IVA.
Scoprirai passo dopo passo la procedura per aprire Partita IVA come rider e affronteremo insieme agli amici di Fiscozen le questioni più spinose, come i costi per l’attivazione e per la successiva gestione, le imposte da pagare o i contributi previdenziali.
Cominciamo subito!
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Inquadramento Fiscale del Rider
La prima cosa che devi sapere, se vuoi aprire Partita IVA per lavorare come rider, riguarda l’inquadramento fiscale previsto per questa figura.
Come abbiamo anticipato, infatti, la maggior parte dei rider non ha più un contratto di lavoro subordinato, bensì opera in qualità di “freelancer”.
Dunque, dal punto di vista fiscale, oggi il rider è inquadrato come libero professionista. Cosa comporta tutto ciò in termini pratici ed economici?
Innanzitutto, vi è la possibilità di collaborare contemporaneamente con due o più aziende, senza che questo dia luogo ad una violazione del contratto.
Non essendo un dipendente, bensì un collaboratore con Partita IVA, il rider può scegliere quando e quanto lavorare.
Sarà sempre il rider a gestire in prima persona turni e fasce orarie (che vanno selezionate tramite l’apposita app aziendale).
E ancora, vi è un altro interessante vantaggio a proposito dell’apertura della Partita IVA da rider, ovvero la totale assenza di costi iniziali.
Per tutti i liberi professionisti, infatti, l’attivazione è gratuita e può essere completata online.
Vediamo insieme come procedere per ottenere la Partita IVA da rider!
Aprire Partita IVA Come Rider
A differenza di chi svolge un’attività di stampo artigianale o commerciale, il libero professionista può aprire la sua Partita IVA mediante un’operazione più semplice e rapida, eseguibile oggigiorno interamente per via telematica.
Durante questa procedura, è necessario definire:
- Il corretto Codice ATECO per l’attività di rider – ovvero “82.99.99 – Altri servizi di sostegno alle imprese nca” –
- Il regime fiscale che si intende adottare.
Entrambi gli aspetti giocano un ruolo di primo piano nel calcolo delle imposte e dei contributi che il lavoratore dovrà versare negli anni.
Pertanto, non andrebbero mai scelti con leggerezza, bensì solo dopo un’attenta valutazione.
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Regime Forfettario Per Rider
Tra i tre regimi fiscali attualmente disponibili – ordinario, ordinario semplificato e forfettario – la terza opzione viene considerata, in genere, come la più vantaggiosa, specialmente per la figura del rider libero professionista.
Sono tanti i motivi che fanno propendere per il regime forfettario, ma ciò che balza subito all’occhio è la sua tassazione agevolata, ideale per tutti i freelancer che ambiscono a risparmiare sui costi della Partita IVA.
Nel regime forfettario, infatti, non vi sono Irpef e addizionali, ma solo un’unica imposta sostitutiva con aliquota al 15%, applicata sul reddito imponibile (vedi l’articolo dedicato a P IVA Regime Forfettario).
Quest’ultimo corrisponde al fatturato incassato, decurtato di una percentuale che varia a seconda del Codice ATECO in uso – nel tuo caso si tratta del 33% – e che mira a coprire le spese sostenute per lo svolgimento dell’attività, meno i contributi previdenziali versati nello stesso periodo (dal secondo anno in poi).
Dunque, semplificando: se, nel 2020, hai incassato fatture per 10.000 €, il tuo reddito imponibile corrisponde a 7.700 € (ovvero: 10.000 € meno 3.300 € di spese deducibili, meno l’eventuale importo versato alla tua Cassa).
L’imposta sostitutiva al 15%, pertanto, è pari a 1.155 €.
Ma non è tutto!
In certi casi, infatti, è possibile usufruire della cosiddetta “aliquota start-up” e risparmiare ulteriormente, pagando un’imposta ridotta fino al 5% per i primi cinque anni (mentre dal sesto si passa al 15% standard).
In quest’ultima circostanza, le tasse da pagare sono solo 385 €. Non male, eh?
Devi sapere, comunque, che il regime forfettario non si limita ad offrire un’opportunità di risparmio economico, bensì facilita la gestione della fiscalità in senso lato, influendo positivamente a livello di risorse da impiegare nel disbrigo degli adempimenti connessi ad una Partita IVA da rider.
I “forfettari”, infatti, godono della franchigia IVA, non tengono contabilità e sono esonerati sia dagli studi di settore, sia dall’invio dell’esterometro.
Insomma, hanno meno oneri da gestire e possono dedicarsi con maggiore serenità al proprio lavoro, pagando una quota minima per le imposte.
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I contributi previdenziali per il rider
Altro punto: i contributi previdenziali che, aprendo Partita IVA come rider libero professionista, sei chiamato a versare alla tua Cassa di riferimento.
Qual è? In assenza di un ente apposito che si occupi della previdenza per la categoria dei rider, l’unica opzione è la Gestione Separata INPS.
Qui confluiscono tutti i professionisti detti, appunto, “senza cassa”, molti dei quali svolgono attività innovative, non riconosciute o considerate “di nicchia”.
Gli iscritti alla Gestione Separata non versano contributi fissi, ma solo in proporzione al proprio reddito: il calcolo avviene con aliquota al 25,98%.
Il consulente fiscale per il rider
Sebbene non si tratti propriamente di un “costo fisso”, anche il compenso per le prestazioni del consulente fiscale va tenuto in considerazione.
Questo infatti accresce ulteriormente il carico sulle spalle dei rider che lavorano freelance.
Tuttavia, a differenza di tasse e contributi, le spese per l’assistenza fiscale offrono un margine di risparmio più ampio. Specie se, al posto di affidarsi ad uno studio “convenzionale”, si predilige un consulente in versione digitale!
Servizi come Fiscozen, infatti, sostituiscono in toto la figura del commercialista.
Fiscozen infatti garantisce prima l’apertura gratuita e, dopo, la gestione completa della Partita IVA da rider, con un supporto tecnico di alto livello.
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