Regimi fiscali per gli investimenti in Italia: sono sempre di più le banche ed i broker che offrono il regime amministrato (vedi IG Broker, Trade Republic, …), ma come scegliere il regime fiscale per i propri investimenti?
Sai che esiste un regime fiscale per gli investimenti che permette di pagare le tasse con un anno di ritardo lasciando più denaro investito a lavorare per te?
E sai che anche se hai appena iniziato un piano di accumulo o hai fatto solo qualche operazione sporadica potresti comunque dover dichiarare i tuoi investimenti, soprattutto se operi con broker esteri?
In questa guida provo ad analizzare i tre regimi fiscali per gli investimenti disponibili in Italia:
- Regime Amministrato
- Regime Dichiarativo
- Regim Gestito
Proviamo insieme a capire quale di questi è più adatto al tuo stile di investimento e quali vantaggi/svantaggi comporta ogni scelta.
- Regimi fiscali per gli investimenti in Italia
- Regime gestito: affidare la gestione ad un professionista
- Regime amministrato: il più diffuso in Italia?
- Regime dichiarativo: massima flessibilità ma con più adempimenti?
- Riepilogo tassazione sugli strumenti finanziari
- Quale regime fiscale per gli investimenti scegliere?
Regimi fiscali per gli investimenti in Italia
Il primo regime fiscale per gli investimenti di cui voglio parlare è il
Regime gestito: affidare la gestione ad un professionista
Il regime gestito viene spesso confuso con il regime amministrato ma in realtà è un sistema completamente diverso.
Nel regime gestito infatti si affida la gestione del proprio portafoglio ad un professionista o a società specializzate come banche, SIM (Società di intermediazione mobiliare) o SGR (Società di gestione del risparmio).
Il fisco in questo caso analizza l’aggregato a fine anno ed applica una tassazione sui rendimenti maturati indipendentemente dal fatto che tu abbia effettivamente venduto dei titoli.
Vantaggi:
- Compensazione tra diverse tipologie di redditi come plusvalenze e redditi di capitale
- Costi di gestione detraibili pretax
- Zero pensieri fiscali: il gestore si occupa di tutto
Svantaggi:
- Tassazione anche sui guadagni non realizzati e quindi anche sui titoli non venduti
- Costi di gestione potenzialmente elevati (inclusi quelli di ingresso o collocamento)
Questo regime fiscale per gli investimenti è pensato per chi preferisce delegare completamente la gestione finanziaria e fiscale.
Regime amministrato: il più diffuso in Italia?
Come funziona il regime amministrato?
Il broker o la banca agisce come sostituto d’imposta e si occupa di trattenere e versare le tasse al posto tuo.
Ogni volta che realizzi una plusvalenza, ricevi un dividendo o una cedola, il broker trattiene automaticamente il 26% di imposte o il 12,5% per i titoli di Stato Italiani e ti accredita il netto.
Vantaggi:
- Semplicità estrema: non devi fare calcoli, il broker gestisce tutto
- Eviti la dichiarazione dei redditi per gli investimenti gestiti in questo regime
- Rischio ridotto di errori fiscali o sanzioni
- Anonimato fiscale: l’Agenzia delle Entrate riceve solo il versamento dell’imposta e non i dettagli delle operazioni
Svantaggi:
- Impossibilità di compensare minusvalenze tra diversi conti o broker
- Imposte pagate immediatamente, riducendo la liquidità disponibile per il reinvestimento
Il regime amministrato è quindi la scelta più pratica per chi investe in modo passivo e non vuole occuparsi degli aspetti fiscali.
Regime dichiarativo: massima flessibilità ma con più adempimenti?
Fra i tre regimi fiscali per gli investimenti in Italia il regime dichiarativo è quello che offre la massima flessibilità.
Il contribuente, nel regime dichiarativo, è responsabile della gestione fiscale dei propri investimenti.
Se utilizzi broker esteri o preferisci gestire autonomamente la fiscalità dovrai dichiarare ogni anno i redditi finanziari in fase di dichiarazione dei redditi con il Modello Redditi PF.
Le aliquote restano le stesse degli altri regimi:
- 26% su plusvalenze e redditi di capitale
- 12,5% sui titoli di Stato Italiani
Con il regime dichiarativo il pagamento avviene con un anno di ritardo permettendo di lasciare il denaro investito più a lungo.
Vantaggi:
- Possibilità di compensare minusvalenze e plusvalenze fra diversi conti e broker
- Pagamento delle tasse posticipato, migliorando la gestione della liquidità
Svantaggi:
- Dover tener traccia di tutte le operazioni e calcolare direttamente le imposte
- Necessità di compilare la dichiarazione dei redditi
- Costi aggiuntivi di un commercialista o un CAF, specialmente se il portafoglio è complesso
Il regime dichiarativo è quindi adatto per gli investitori esperti o per chi utilizza broker esteri e desidera massima flessibilità nella gestione fiscale.
Riepilogo tassazione sugli strumenti finanziari
Tipo di reddito | Aliquota fiscale |
---|---|
Plusvalenze e redditi diversi | 26% |
Dividendi, cedole, interessi | 26% |
Titoli di Stato | 12,5% |
Imposta di bollo sul portafoglio | 0,20% |
Tobin Tax | 0,10% |
Nota importante: le minusvalenze su redditi diversi sono compensabili ma non possono essere utilizzate per ridurre i redditi di capitale.
Quale regime fiscale per gli investimenti scegliere?
La scelta del regime fiscale dipende dalla tua strategia di investimento e dalle tue esigenze, in breve:
- Il regime amministrato è il più comodo per chi cerca semplicità e non vuole occuparsi degli aspetti fiscali
- Il regime dichiarativo è pensato per chi desidera ottimizzare le compensazioni fra diversi conti e posticipare il pagamento delle imposte
- Il regime gestito è pensato per chi preferisce delegare tutto ad un professionista
Io spero con quest’articolo di averti dato tutte le informazioni che stavi cercando, se hai dubbi, domande, se vuoi aggiungere qualcosa sei benvenuto qui sotto nei commenti.
Hai trovato utile quest’articolo?
Condividilo sui tuoi social preferiti!