Hai sentito parlare di Prestazione Occasionale ma non sai bene in cosa consiste e come funziona? Non sai bene come districarti nella giungla di termini e di norme che regolamentano questo tipo di lavoro? Bene, preparati perché oggi cercheremo di fare chiarezza sulla Prestazione Occasionale, su cosa è e come funziona.
È molto importante che tu tenga presente che la Prestazione Occasionale è una collaborazione limitata nel tempo: non richiede vincoli particolari ed è particolarmente adatta ai giovani. Ma andiamo a vedere tutto dettagliatamente.
- Contratto di Prestazione Occasionale Cosa è
- Compenso con contratto di Prestazione Occasionale
- Come Funziona la Prestazione Occasionale?
- Prestazione Occasionale, tempo e guadagni
- Prestazione Occasionale: come si pratica e chi la pratica
- Collaborazione Occasionale 2018 e Jobs Act
- Ricevuta Ritenuta d’Acconto Prestazione Occasionale
- Come funziona la ritenuta d’acconto
- Ritenuta d’acconto: a chi conviene e rimborsi
- Ricevuta ritenuta d’acconto: come si fa
Contratto di Prestazione Occasionale Cosa è
Un contratto di Prestazione Occasionale è un accordo che intercorre tra due parti: quella del datore di lavoro e quella del lavoratore autonomo. La sua particolarità principale consiste nel fatto che il lavoro che viene svolto è sempre saltuario. Non esiste, insomma, alcuna continuità.
Per stipulare questo tipo di contratto ci si può accordare verbalmente con il datore di lavoro e rilasciare regolare ricevuta oppure registrarsi al sito dell’INPS.
Cliccando su “Accedi al servizio” si aprirà una finestra dove sono presenti due voci: “Portale dei Pagamenti” e “Prestazioni di Lavoro Occasionale e Libretto Famiglia”.
La seconda opzione è quella che riguarda i lavoratori, che dovranno compilare una serie di moduli, inserendo le informazioni necessarie per la gestione del rapporto di lavoro, tra cui:
- Dati relativi al datore di lavoro
- Luogo di svolgimento del lavoro
- Oggetto della prestazione (in cosa consiste il lavoro)
- Data di inizio e termine del lavoro
- Compenso
Questa operazione va fatta almeno un’ora prima dello svolgimento del lavoro. Ai datori (o prestatori) arriverà una notifica e anche loro dovranno fare la loro parte, consegnando al lavoratore autonomo una lettera di incarico che fa da contro canto al modulo compilato da quest’ultimo.
Nella lettera sono riportati:
- Dati relativi all’azienda
- Dati del collaboratore occasionale
- Mansioni per cui viene retribuito
- Specifica dell’assenza di vincolo di subordinazione e dell’occasionalità
Compenso con contratto di Prestazione Occasionale
Stipulato il contratto di Prestazione Occasionale entrambe le parti sono tenute a rispettare gli accordi, in primis quelli riguardanti i compensi.
Per legge un lavoratore occasionale non può ricevere meno di 36 euro netti al giorno e la tariffa oraria non può mai essere inferiore alle 9 euro l’ora.
Il lavoratore autonomo riceverà il suo compenso su un conto corrente bancario, entro il 15 del mese successivo a quello in cui viene fornita la prestazione tramite bonifico bancario, richiedendolo negli uffici postali.
Il lavoratore può essere pagato anche con il voucher PrestO, che è l’equivalente dei vecchia voucher aboliti dal Governo Gentiloni. Ognuno di questi voucher ha il valore di 12,41 euro lordi.
Di questi 12,41 euro 9 euro vanno al lavoratore, mentre 2,97 euro sono contributi per la gestione separata INPS. Infine, 0,32 centesimi vanno ai contributi Inail per gli infortuni e 0,12 sono impiegati per gli oneri gestionali.
Come Funziona la Prestazione Occasionale?
Ma come funziona la Prestazione Occasionale? In sostanza questo particolare tipo di collaborazione si basa su delle peculiarità che devono essere imprescindibili e che riguardano il tempo, i guadagni, la libertà e le categorie che possono praticarlo. Adesso ti spiegherò tutto.
Prestazione Occasionale, tempo e guadagni
Il primo criterio che prendiamo in esame è il tempo: si intende lo svolgimento di qualsiasi tipo di lavoro non continuativo, ovvero non prolungato nel tempo.
La Prestazione Occasionale viene infatti praticata al fine di raggiungere un obiettivo concordato con il datore di lavoro. All’obiettivo concordato corrisponde, generalmente, un compenso prestabilito basato su ciò che è stato fatto.
Per quanto riguarda i guadagni, il contratto di Prestazione Occasionale viene stipulato con lavoratori privi di Partita IVA (sai come si apre? Leggi Come Aprire Partita IVA e Lavorare Online? Guida Completa) ha una soglia di guadagno entro la quale diventa valido.
Né il prestatore né l’utilizzatore devono superare i 5000 euro annui e in più ogni datore di lavoro non deve oltrepassare la soglia di 2500 euro annui in favore di un singolo lavoratore.
Chi supera i limiti di 5000 euro annui deve iscriversi alla Gestione Separata Inps e versare i contributi. L’aliquota per il calcolo dei contributi dovuti è pari al 33% per il 2018.
Prestazione Occasionale: come si pratica e chi la pratica
Il lavoratore occasionale ha, in linea di massima, libera scelta per ciò che riguarda le modalità d’esecuzione del lavoro e la responsabilità di assumersi ogni possibile rischio legato al suo svolgimento.
La Prestazione Occasionale si distingue inoltre per l’assenza di coordinamento: il lavoratore occasionale svolge infatti tutte le sue funzioni senza integrarsi nell’organico aziendale. Rimane, fondamentalmente, esterno a qualsiasi tipo di dinamica aziendale o del ciclo produttivo.
Può essere svolta da liberi professionisti, studenti e lavoratori che hanno bisogno di arrotondare. Non può invece, per nessuna ragione, essere svolta da dipendenti pubblici, da professionisti iscritti a un albo o da lavoratori appartenenti a enti amministrativi (pubblici e privati) e sportivi.
Collaborazione Occasionale 2018 e Jobs Act
La Collaborazione Occasionale 2018 è molto diversa da quella di qualche anno fa, che prevedeva la prestazione dell’attività non superiore a 30 giorni, compenso inferiore ai 5000 euro e iscrizione alla Gestione Separata Inps: quest’ultima è infatti stata abrogata.
Perché? Perché dopo il Jobs Act sono state abolite tutte le collaborazioni a progetto e le collaborazioni occasionali mini co.co.co. Con l’entrata in vigore del decreto legislativo 81/2015 del 25 giugno 2015 tutte le collaborazioni occasionali sono intese come lavoro subordinato.
Nello specifico adesso si può scegliere tra lavoro occasionale accessorio o lavoro autonomo occasionale e quest’ultimo è proprio la Prestazione Occasionale di cui ti sto parlando.
Non c’è un vincolo di durata, ha carattere saltuario e prevede che il lavoratore autonoma si impegni a compiere un’opera o un servizio. A lavoro compiuto, invece, il datore di lavoro dovrà emettere una ricevuta di prestazione occasionale con ritenuta d’acconto al 20%.
Ricevuta Ritenuta d’Acconto Prestazione Occasionale
Ma che cos’è la ritenuta d’acconto? Si tratta di un sistema di pagamento che permette al datore di lavoro di pagare, in maniera regolare e trasparente, la Prestazione Occasionale al lavoratore privo di Partita IVA. Vediamo come funziona.
Come funziona la ritenuta d’acconto
La ritenuta d’acconto serve ad adeguare il compenso del lavoratore autonomo a quello che riceverebbe un professionista con partita IVA.
Al termine della Prestazione Occasionale il lavoratore deve presentare la ricevuta della prestazione con indicato l’importo della ritenuta d’acconto applicata. Nel caso in cui l’importo superi i 77,47 euro la ricevuta deve essere accompagnata da un’imposta di bollo.
A questo punto il datore di lavoro procede a saldare il compenso complessivo, Il 20% di questo verrà versato direttamente allo Stato come acconto sull’Irpef del collaboratore.
Ritenuta d’acconto: a chi conviene e rimborsi
Al lavoratore la ritenuta d’acconto conviene solo ed esclusivamente se non supera i 5000 euro: dopo questa cifra dovrà iscriversi alla gestione separata e pagare un’aliquota del 33%.
Se guadagna sotto i 5000 euro il lavoratore potrà chiedere il rimborso delle ritenute versate: questo perché dichiarando reddito e ritenute è molto probabile che l’intero importo sia pari alle ritenute versate.
A questo punto sarà possibile chiedere un rimborso per mezzo del modello Unico. Il rimborso sarà effettuato direttamente sul profilo all’agenzia delle entrate del lavoratore e potrà essere usato per pagare eventuali altre imposte. Se ne può anche chiedere l’accredito su conto corrente.
La ritenuta d’acconto non comporta particolari benefici al datore di lavoro: quest’ultimo di si trova infatti a versare più soldi rispetti a quelli che verserebbe a un collaborazione con un lavoratore con Partita IVA, perché deve anticipare la ritenuta per mezzo di un apposito F24.
Ricevuta ritenuta d’acconto: come si fa
La ricevuta con ritenuta d’acconto è simile a una fattura, con la differenza che non avendo Partita IVA il lavoratore non può indicarla. Questo è un esempio:
La ricevuta con ritenuta d’acconto, quindi, comprende:
- I dati del lavoratore
- I dati del datore di lavoro (ditta o singolo individuo)
- Il numero di ricevuta e la data
- La descrizione del lavoro
- Il compenso lordo (comprensivo di ritenuta d’acconto);
- L’importo della ritenuta d’acconto
- Il compenso netto
La ricevuta correttamente compilata andrà presentata in sede di pagamento.
Spero di averti fornito tutte le informazioni che cercavi, ma nel caso avessi ancora qualche dubbio lasciami un commento. Altrimenti metti un like e condividi il mio articolo.